Lo Shuai Jiao (摔跤)

di Yang, Jwing-Ming

Traduzione a cura di Enrico Tomei.

Lo Shuai Jiao è uno stile di combattimento cinese con oltre 4.000 anni di storia. È specializzato nel contrastare i pugni e i calci, usando la difesa come offesa. Il Shuai Jiao è comunemente usato per il combattimento a corta distanza e per proiettare a terra un avversario.

È importante concentrarsi sulle tecniche di difesa pratiche dello shuai jiao, con particolare attenzione a come intercettare, respingere e neutralizzare in modo sicuro gli attacchi in arrivo. Queste tecniche di lotta sono un ottimo complemento per le abilità di sparring e possono essere facilmente incorporate in tutti gli stili di combattimento.

La parola “shuai” significa “gettare a terra” e “jiao” significa “lottare o inciampare con le gambe”.

La terminologia “shuai jiao” non era usata originariamente nei tempi antichi. Durante la dinastia Qin, tra il 255-206 a.C., lo shuai jiao fu chiamato “jiao di” e venne combinato con le tecniche di intrappolamento dell’avversario. Lo Jiao di ricorda un combattimento tra due cervi nel momento in cui questi intrecciano le loro corna l’una con l’altra. Lo vedete ancora in alcuni stili, in particolare lo shuai jiao mongolo, così come nel judo e nel sumo. La leggenda narra che già nel 2697 a.C. i soldati indossassero un copricapo con le corna che usavano per incornare i loro avversari.

Quest’arte alla fine si è evoluta nello “Jiao Li”, un’arte marziale basata sulla lotta corpo a corpo con tecniche di proiezione dello shuai jiao, in combinazione con colpi, leve articolari e attacchi ai punti di pressione (chin na). È considerato tra i più antichi stili marziali, sviluppato tra il XII e il III secolo a.C.

Durante la dinastia Han, la lotta si chiamava “pu”, che significa “cadere”. Lo scopo era di portare a terra il nemico. Durante la dinastia Han, era popolare lottare esibendosi per l’imperatore. Anche duemila anni fa, lo shuai jiao era comune perché era un’abilità essenziale necessaria in battaglia.

Nella dinastia Ming era comunemente chiamato “die”, anche questo col significato di “cadere”. Diverse dinastie usavano nomi diversi. Ci sono molte parole cinesi che hanno lo stesso significato.

Durante la dinastia Qing, iniziata nel 1644, Chen, Yuan-Yun si recò in Giappone e tramandò le tecniche di lotta cinese ai giapponesi. I sovrani Qing invasero la Cina dalla Manciuria nel Nord e governarono la Cina fino al 1912. Fu allora che lo shuai jiao mongolo divenne prevalente in tutta la Cina e si mescolò con le tecniche più antiche. La terminologia comune a quel tempo era shuai jiao, scelta dall’Istituto Centrale di Guoshou, quando le regole delle competizioni furono standardizzate. Questa terminologia è usata oggi ed è spesso abbreviata nel solo shuai.

Lo Shuai Jiao è una delle quattro principali categorie di combattimento delle arti marziali tradizionali cinesi: Calciare (Ti, 踢), Colpire (Da, 打), Chin Na (Na, 拿) e Lotta (Shuai, 摔). Quasi ogni stile marziale cinese prevede tecniche di shuai jiao. Al fine di insegnare le tecniche di shuai in uno stile specifico, come nel caso del Taijiquan, queste verrebbero chiamate Shuai Jiao del Taiji. Questo nome suona come un nuovo stile ibrido, ma in realtà è solo un modo per indirizzare lo studente verso un aspetto specifico di un curriculum completo di Taijiquan. Molti movimenti di tutti gli stili di Tai Chi prevedono applicazioni di shuai jiao, come “volo diagonale” o “la gru bianca spiega le ali”.

Le tecniche di Shuai possono essere incorporate in tutti gli stili marziali e stanno godendo di un aumento di popolarità in relazione al combattimento da strada e al combattimento a mani nude, entrambi temi popolari negli ultimi anni nell’ambiente delle arti marziali miste (MMA). Le tecniche sono pratiche, veloci ed efficaci, il che ha portato al loro ampio uso da parte della polizia e dei militari di tutto il mondo. Lo Shuai Jiao rappresenta il culmine delle tecniche di lotta testate nel tempo, basate sull’esperienza di combattimento nella vita reale.

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